Tutti i bambini gifted si impegnano per raggiungere elevati obiettivi e conseguono perciò alti risultati da soli. Insegnare a loro dunque è facile?
I bambini gifted spesso sfidano gli insegnanti, non rispettano le regole e le consegne, tendono a procrastinare, sono disorganizzati e talvolta non hanno adeguate capacità di metodo di studio. Altri sono iper-adattati a scuola e poi sfogano il loro disagio nel contesto familiare.
Hanno il potenziale per eccellere ma rischiano di non svilupparlo, scelgono a volte di dare il minimo e, siccome da piccoli hanno imparato velocemente, anche utilizzando la memoria che spesso ha indici elevati, non sono poi in grado di sviluppare le strategie di apprendimento per ottenere lo stesso successo in compiti che richiedono sforzo cognitivo; inoltre i preconcetti su di loro pesano a livello psicologico li possono portare a percepire l’apprendimento come un “cose che so fare” e “cose che non so fare”.
Tutto questo impedisce spesso loro di raggiungere gli obiettivi che desidererebbero e impegna i docenti, o li dovrebbe impegnare, nel sostenerli e guidarli verso un apprendimento funzionale al successo scolastico. Insegnare agli studenti dotati non è facile, ma ci sono studi che provano che se ci si impegna a scuola ad usare strategie e metodi mirati anche con questi bambini/ragazzi portandoli ad un benessere scolastico, si può ottenere una ricaduta positiva sull’intera classe.
Una cosa da evitare in classe è di far fare da aiuto ai compagni al bambino/ragazzino gifted, appunto perché, come si diceva, sono persone che spesso hanno bisogno di essere guidate nella consapevolezza del loro apprendere, fatto prevalentemente di intuizione e pensiero arborescente.
L’apprendimento cooperativo va bene se aiuta nella relazione il ragazzino gifted a regolare gli apprendimenti, affinchè sia un metodo di supporto, come altri, che permetta loro di individuare le tappe di processamento del ragionamento e di sviluppare in profondità le intuizioni fatte. Possono essere di aiuto agli altri nelle giuste dosi e senza etichette, in una reciprocità di relazioni.
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