Si possono definire la plusdotazione cognitiva, l’alto potenziale cognitivo o il talento?
"Definire la plusdotazione non è cosa semplice, poiché si riscontrano numerose difficoltà nell’identificare un termine univoco e condiviso che renda conto della sua complessità: si parla di giftedness, plusdotazione cognitiva, alto potenziale, eccellenze, talento…
Per quanto ciascun termine metta l’accento su alcune peculiarità, specialmente positive, nessuno di questi sembra includere e sintetizzare in modo esaustivo la complessità della questione. (…)
Se si chiedesse a 100 persone di definire il concetto di plusdotazione, alto potenziale, talento troveremmo risposte molto disparate, spesso anche riconducibili a pregiudizi e luoghi comuni, e comunque molto probabilmente troveremo almeno un’accezione che mette l’accento sulla straordinarietà e genialità, fino a considerarla garanzia di successo nella vita in relazione alle caratteristiche di multipotenzialità con cui spesso si presenta (Achter, Lubinski e Benbow, 1996). (…)
Tuttavia, la maggior parte degli studiosi è d’accordo nel definire la plusdotazione come una complessa costellazione di caratteristiche personali, genetiche e comportamentali che si esprimono, o hanno la potenzialità per esprimersi, in modi differenti (Zanetti e Renati, 2012)"
Da Mio Figlio è geniale, Zanetti Zamburnotti, pag. 18/19.
A livello scientifico il parametro di valutazione per definire l’APC è un quoziente intellettivo pari o superiore al 130, se il QI risulta non interpretabile si considera l’indice di abilità generale per definire la plusdotazione.
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